martedì 29 gennaio 2008

Il mito della coppia


Fuori dalla storia siamo tutti bambini

Nella pubblicità viene spinto, pompato in modo insistente, il mito della coppia. Come se un individuo che si ritrova solo contro il resto del mondo risolvesse qualcosa passando a due contro il resto del mondo.

Una volta c'era più impegno nel sociale, nei movimenti giovanili, nei partiti, nei gruppi comunitari senza fini di lucro, nello sport amatoriale. In qualche modo l'individuo si inseriva in una storia collettiva.

Oggi la macchina da macelleria, il tritacarne del sistema commerciale tende a portare tutti i rapporti sociali sul piano produzione-vendita-consumo.

La socialità repressa sul piano collettivo dei movimenti viene quindi fatta riemergere in forma consumistica.

Il mito della coppia toglie spazio alla socialità di gruppo per privilegiare il rapporto a due. Nello stesso tempo carica tale rapporto con una serie di aspettative che non possono essere soddisfatte. Così i fallimenti personali, la difficoltà di vivere, non vengono attribuiti ad un sistema sociale disumanizzante, ma al fatto che l’altro della coppia non è quello giusto.

Come spesso accade, il mito è funzionale agli assetti di potere che lo sostengono e lo propagano.

Truman Burbank

giovedì 3 gennaio 2008

Sul riformismo e gli ubriachi


La migliore immagine del riformismo viene data secondo me da una vecchia barzelletta.
Di notte un uomo, probabilmente ubriaco, cercava sotto un lampione le chiavi di casa, che aveva perso poco prima. Alla la domanda se le avesse perse lì rispondeva che non lo sapeva, anzi probabilmente le aveva perse da un'altra parte, ma lui cercava lì dove c'era luce.

Questa lucidità ubriaca mi appare sintetizzare il riformismo.

C'è qualcosa di analogo in quello che diceva Federico Caffè riguardo all'economia ed al riformismo come scienza di ciò che è fattibile ora. "Un assillante desiderio che le cose migliorino, ma migliorino anche abbastanza presto, senza aspettare grandi cose proiettate in un lontano ed incerto futuro”.(1)
Ancor di più la barzelletta / aneddoto rende l'idea di cosa è diventato il riformismo oggi.
Diceva Rossana Rossanda sul Manifesto del 5 settembre 2003:

"Con le proposte di partito riformista unico si va verso la liquidazione formale del più grande partito della sinistra italiana. Nella sostanza essa è già avvenuta per passaggi successivi dalla svolta ad oggi, con gli scivolamenti semantici progressivi a proposito del riformismo, che doveva ridurre il potere del capitale sul lavoro ed oggi consacra l’opposto, e sulla transizione che designava il passaggio dal capitalismo a forme di socialismo ed oggi indica il processo inverso".

Insomma oggi il riformismo è "il nuovo che avanza", il quale tendenzialmente innova per aumentare il potere del denaro sui lavoratori e sul popolo in genere.

Truman Burbank
gennaio 2008

Note
(1) Amoroso - La stanza rossa. Riflessioni scandinave di Federico Caffè, p.103