martedì 26 luglio 2011

Il dito di Oslo

"Quando il dito indica la luna l'imbecille guarda il dito".

Tutti i giornali sono scatenati a mostrare immagini e dettagli di vita del mostro di turno, Anders Behring Breivik. Per chi sa leggere i media, proprio questo dovrebbe far venire il forte sospetto che sia in corso una rappresentazione.
Un'intelligenza subumana (uno scimpanzè, un maiale, un cane) potrebbe facilmente capire che un matto da solo non può fare un centinaio di morti, oltretutto uccidendoli uno per uno. I numeri sono chiari, e sono cifre da plotone d'esecuzione, non da matto isolato.
Allora, se tutti i giornalisti di regime insistono nella storia del matto nazista, vuol dire che è una recita preordinata.

Una volta capito che tutti i media di regime sono (as usual) inaffidabili, la domanda da porsi è quindi "Chi poteva organizzare una strage del genere?". Una risposta sensata è che solo un'organizzazione governativa di assassini poteva riuscire, e di organizzazioni capaci di ciò ce ne sono poche: CIA, Mossad, MI6, FSB, DGSE. I cinesi probabilmente hanno un buon servizio segreto, ma in occidente non sarebbero riusciti ad organizzare niente del genere.

Viene segnalato ancora una volta che ci sono somiglianze tra fatti romanzeschi (ad es. i romanzi di Stieg Larsson) e recenti eventi tragici. Ad esempio:
La strage di Oslo. Nei romanzi gialli l'innocenza perduta

Con ciò che è accaduto a Oslo e nell'isola di Utoya la cronaca degli attentati sembra essere passata dalle pagine di carta della letteratura scandinava alla vita reale.

Già diverso tempo fa scrivevo nel pezzo Arance a orologeria:

La notizia da pulp-fiction del giorno è il cadavere in valigia, che mi fa tornare in mente la "Lettera a Berlino" di Ian Mc Ewan. Fiction e realtà sembrano contaminarsi reciprocamente.

La realtà sembra copiare dalla fiction, oppure semplicemente ciò che ci propinano come realtà è fiction.

E allora bisogna avere memoria e guardare eventi precedenti. Anche le organizzazioni tendono a ripetere il loro modus operandi e anche per loro vale il paradosso del serial killer, cioè che più crimini egli commette, più facilmente viene individuato. Una strage apparentemente insensata, dove l'orgia della crudeltà supera ogni limite, ricorda troppo l'attentato di Oklahoma City del 1995 e gli attentati di Madrid del 2004.

Le armi dello spettacolo consentono di individuare una trama nel detournement (depistaggio) organizzato dai media, e la trama dice che il civile nord Europa, il modello di stato sociale, va demolito, come già fatto prima a est e oggi a sud, per consentire ai ricchi dell'occidente di aumentare sempre più le proprie ricchezze e cancellare ogni traccia di socialismo.
Resta il fatto che gli attentati di Madrid ottennero un risultato opposto a quello voluto. Fu Zapatero a vincere le elezioni, non Aznar. A volte i macellai sono ciechi.

Truman Burbank
25.07.2011 25.07.2011