domenica 1 aprile 2012

Scienza e democrazia

Su http://www.scienceanddemocracy.it/ trovo un dibattito su Scienza e democrazia. Molti i temi trattati, alcuni sicuramente interessanti.
Però ho qualche dubbio sull'impostazione generale.
Nel seguito un mio commento un po' critico, che ho lasciato sul sito, ma non so se verrà pubblicato.

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Molta la carne al fuoco in questo dibattito e diversi temi appaiono interessanti.
Ha presumibilmente senso considerare alcuni elementi di contorno e paradossi di base, non perchè si voglia giocare sui temi proposti, ma perchè i confini ed i paradossi aiutano ad individuare la Gestalt del fenomeno "scienza" nella società attuale.
Così come nello studio delle funzioni matematiche si tenta di individuare il comportamento al limite allo scopo di tracciare una forma, i paradossi possono aiutare a vedere la forma del fenomeno "scienza".
1) Perchè "Science and democracy" nella lingua di Shakespeare? La lingua di Galileo non andava bene?
2) Il dibattito appare sponsorizzato da una "Fondazione dei diritti genetici". E' compatibile la sponsorizzazione degli interventi con la democrazia (anche prescindendo dalla scienza)?
3) La scienza appare oggi come la disciplina maggiormente di successo nello spiegare il mondo intorno a noi, quella che meglio riesce a rispondere ai problemi ontologici di base che ogni individuo si pone appena comincia a ragionare (Chi sono io? Cos'è il mondo intorno a me? Esistono gli altri?). Essa appare come la disciplina maggiormente indicata a dare LE RISPOSTE. Ma è fondata la fiducia nelle risposte della scienza?

Comincio dal terzo punto. La scienza si basa su una fiducia, quasi una certezza, che il mondo sia conoscibile. Ma questa fiducia non è dimostrabile dall'interno della scienza (ricordare Godel). A tutti gli effetti è metafisica. Ricordo che il materialismo, ad esempio, è prima di tutto una scelta metafisica. Su un assunto metafisico viene costruito l'edificio della scienza. Ma nessun edificio è più solido delle sue fondamenta.
A conforto della scelta della scienza come disciplina fondamentale molti considerano i suoi successi. E assumono così un atteggiamento di rispetto e devozione verso i suoi sacerdoti. Un atteggiamento che alcuni chiamerebbero "fede". E la metafisica si rinforza con la teologia.
Le fondamenta restano sempre quelle.

Andiamo al secondo punto. Ha senso l'interesse economico come spinta per ricercare conoscenza scientifica?
Secondo me, in un'ottica a breve esso può anche portare risultati. Ma in sostanza l'interesse economico si oppone all'ansia di cercare principi fondamentali alla base della scienza. La scienza diventa una forma di Scolastica, dove si chiosano all'infinito i temi consentiti, ma mai si affonda il coltello (o meglio il bisturi di Occam).

Il primo punto riporta agli obiettivi del dibattito ed allo Zeitgeist attuale. La scienza ha molto successo come strumento di controllo sociale, ma bisogna avvicinare i cittadini ai suoi discorsi per mantenere e potenziare gli assetti di potere garantiti dalle istituzioni scientifiche. L'uso della lingua inglese è funzionale allo scopo di far vedere la scienza vicina al linguaggio dei mass-media ed al sistema commerciale. Credo Debord direbbe che la "Società dello spettacolo" ha i suoi modi di esprimersi e l'uso dell'inglese funziona bene allo scopo di promuovere in definitiva la genetica, quel ramo delle scienze biologiche che non sa distinguere un vivo da un morto.

Rimescolamento delle carte

Oggi assistiamo ad un rimescolamento delle carte della politica italiana.

Vediamo un'alleanza oggettiva di PdL e PD, che contrasta con la posizione che essi avevano alle ultime politiche, in cui ognuno dei due aveva come programma principale la lotta all'altro.
Per il PD il pericolo era Berlusconi e il "berlusconismo", per il PdL il nemico da combattere era il comunismo, le "toghe rosse" e le tasse.

Adesso i due partiti alleati mostrano che tutti i loro proclami erano fuffa per il popolo, il quale era il vero nemico da combattere. I termini "maggioranza" e "opposizione" che alcuni giornalisti ancora usano, non si sa più che significato abbiano.

Suggestivo il fatto che i partiti minori alleati dei partiti di massa, cioè IdV alleato di PD e Lega alleata del PdL, sono entrambi all'opposizione.

Almeno un pregio il "governo" Monti lo ha avuto. Ha mostrato che la definizione di Grillo del PDpiù o meno elle, non era un gioco, ma una realtà sostanziale.