venerdì 29 agosto 2008

Note sulla mercificazione del reale


Il consumatore non va mai in vacanza
Se il normale lavoratore, grazie a secoli di lotte sindacali, ha visto riconosciuto il diritto a vacanze pagate, il consumatore non ha alcun diritto del genere. Anzi le cosiddette "vacanze" sono solitamente il periodo dell'anno più impegnativo per il consumatore.
Più che mai emergono i doveri della religione consumistica: spendere in modo adeguato al proprio ceto sociale, anzi fare di più e distinguersi nello spendere, visitare luoghi lontani dove nessun conoscente è mai andato prima, o almeno andare in vacanza in una località per vip.
Come sempre, l'abbigliamento è importante ed esso deve indicare lo status di vacanziero, preferibilmente come praticante di uno sport esotico.
Per chi proprio non può andare in vacanza è doveroso dedicare parecchio tempo a visitare enormi centri commerciali ed acquistare oggetti inutili in quantità industriali.


Le nuove cattedrali

Le nuove cattedrali, potenti simboli della religione del terzo millennio, sono i giganteschi centri commerciali che spuntano in continuazione nelle periferie delle città.
Ognuna vuole essere più grande della precedente, per meglio onorare il dio denaro.
Dal punto di vista architettonico sono interessanti: grandi volte, utilizzo di nuovi materiali, prospettive ardite, simbolismi riconoscibili a distanza.
Mentre una volta i grandi architetti lavoravano per la Chiesa, oggi lavorano per la religione economico-commerciale.
Chiaramente la domenica (e anche il sabato) le cattedrali si riempiono dei fedeli.

Vivere all'altezza

Per vivere all'altezza del proprio status sociale bisogna rispettare una serie di regole:
- la casa deve avere una buona estetica, deve essere spaziosa, pulita, ordinata;
- l'automobile deve essere grande e potente, di classe;
- si deve mangiare da raffinati, cibi gustosi e variati, preferibilmente in buona compagnia.
Però l'ultimo punto fa ingrassare ed è difficile rimediare con la palestra o con le diete. La soluzione più giusta per mantenere la linea sarebbe mangiare da poveri.

Un accordo soddisfacente

Nella società dello spettacolo vive solo chi consuma.
Un'eccezione a questa regola è data da quelli che recitano in uno spettacolo; essi vivono una vita più piena, in base anche alla fama che riescono a raggiungere.
In molte occasioni un buon compromesso per vivere una vita più piena è organizzare una recita.
Gli attori, i protagonisti dello spettacolo, sono quelli più soddisfatti, ma anche gli altri hanno l'occasione di consumare merce-spettacolo e dimostrare così di essere vivi, vitali, onorando la religione dello spettacolo.

Segnali di crisi
Per anni e anni uno dei tormentoni ricorrenti della TV estiva sono stati i danni causati dall'esposizione al sole e le tecniche per proteggersi. Il tutto serviva chiaramente a stimolare l'acquisto di creme, unguenti e servizi dermatologici.
Oggi la musica appare cambiata. Si sente parlare con insistenza degli effetti benefici del sole. Gli esperti si affannano a spiegarci i numerosi casi in cui il sole fa bene sia alla pelle che all'organismo umano in generale.
Evidentemente sono cambiate le priorità commerciali e la campagna estiva di vendita è stata riorganizzata.
La sensazione è che ci sia stato un crollo di presenze nelle località balneari e che la campagna mediatica tenti di arginare tale crollo.
Nei casi di cui ho esperienza diretta, posso solo confermare che le persone nelle località vacanziere mi sembrano molto meno degli anni scorsi. Chiaramente di questo non si può parlare esplicitamente sui media, ma la notizia emerge in forma di campagna commerciale, almeno per chi sa leggere i media.

I compiti per le vacanze

Ancora una volta Repubblica si impegna in una campagna contro i compiti per le vacanze. Ricordo anni fa un trafiletto in cui si sosteneva l'inutilità di tale pratica.
L'11 agosto compare una serie di articoli coordinati.
La spiegazione, per chi sa leggere, è all'interno degli articoli: i compiti disturbano il business, gli affari. La famiglia ha difficoltà a pianificare le vacanze in modo adeguato a ciò che si vorrebbe da loro: viaggi, sport, sono limitati dalla necessità di studiare e portarsi dietro i libri. L'esempio presente nell'articolo è quello di "andare a pescare".
Ecco perchè Repubblica combatte i compiti.
Chiaramente anche i compiti per le vacanze sono un business, che finora ha fruttato guadagni a diverse imprese editoriali. Con l'avanzare del degrado italiano prevale però oggi la necessità del sistema economico - commerciale di fare spendere a tutta la famiglia invece che al semplice studente.

Il consumatore non va mai in pensione

Molti aspettano con ansia il giorno di andare in pensione, per godere così la vita, basta con il lavoro, si può fare ciò che piace.
Ma nella società dei consumi il lavoro vero è quello del consumatore. Il pensionato si troverà troppo spesso con la voglia di consumare senza il denaro per farlo, oppure faticherà in modo immane per fare gite turistiche a basso costo e vedere le stesse cose che potrebbe vedere a casa sua. Fantozzi lo raccontava bene.
Era molto più sensata la pensione di una volta, quando ci si ritirava in campagna a coltivare la terra, a recuperare il rapporto armonico con la natura.
Una tipica forma di consumo delle persone anziane che non possono spendere è quella di medicine e servizi medici. Con la scusa di curare la propria salute si può consumare parecchio, onorando così la religione.

Truman Burbank

agosto 2008

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mi fa piacere che condividi quello che scrivevo nel mio blog e che per comodità ti riporto:

http://democrazia.myblog.it/
14/08/2008

Agosto: il nostro Ramadan

Città deserte, fabbriche ed uffici chiusi, negozi vuoti ricordano il ramadan dei paesi musulmani durante il quale di giorno non avviene niente.

Ed in effetti, pensandoci bene, anche da noi il mese di agosto è dedicato quasi obbligatoriamente alla celebrazione di uno dei principali riti di quella che è diventata la nuova religione: il consumismo.

Come le altre, anche questa religione ha i suoi riti che vengono celebrati settimanalmente nelle cattedrali dei centri commerciali dove gli adepti eseguono quello che la televisione/predicatore gli ha raccomandato (o consigliato) di fare. Tornano quindi a casa stressati ma con la soddisfazione interiore di aver concretizzato il motivo per cui lavorano tutta la settimana e con la coscienza a posto per aver soddisfatto una parte dei bisogni indotti la cui non soddisfazione crea sensi di colpa che vanno poi "confessati". Esattamente la stessa soddisfazione interiore della vecchietta che torna a casa dalla messa domenicale.

Come le altre anche questa religione permea gran parte di ogni nostra considerazione quotidiana e gran parte delle nostre azioni. Qualcuno ha scritto "... in Italia l'occupazione maggiore è consumare e la preoccupazione maggiore è non avere qualcosa da consumare...."

Come le altre ha i suoi comandamenti ed i suoi riti ed i suoi periodi di massima celebrazione durante i quali le attività principali della giornata devono essere rivolte alle principali regole della religione stessa. Uno di essi è il mese di agosto dove il "ferragosto" dell'impero romano viene oggi trasformato e diventa il culmine di un periodo nel quale bisogna dedicarsi esclusivamente al divertimento ed ai consumi, facendo il possibile affinchè questi vadano ben oltre le proprie possibilità economiche: tanto ci sono i finanziamenti, validi anche per loro che non hanno seguito alla virgola le regole e, per il fatto di aver già consumato senza aspettare il momento prescritto, questa sarà la loro punizione.

In questo mese tutto o gran parte si fermerà, compreso il nostro governo. Esattamente come succede durante il ramadan musulmano, in Italia tanto criticato sotto molti punti di vista. Eppure non è nient'altro che un rito di una religione diversa.

In tutto ciò non vi è niente di male. L'unico aspetto comico è che gran parte degli italiani sono convinti di essere laici/atei, mentre grazie al massiccio lavaggio del cervello, professano un'altra religione senza accorgersene minimamente. L'unica differenza con le altre religioni, consiste nel modo di dirigere le vite degli adepti: mentre le altre dirigono le vite promettendo una gratifica che avverrà dopo la morte, il consumismo promette una gratifica immediata. Questa è la novità della religione/consumismo: NON PENSARE AL DOMANI.

Spero i musulmani mi scuseranno per l'utilizzo del loro termine religioso che credo di aver fatto senza offesa ed a fin di bene.

Truman ha detto...

@anonimo: grazie dell'aggiunta. Mi sembra che i due post si integrino reciprocamente.