mercoledì 24 aprile 2013

Il presidente di garanzia

E' stato eletto Napolitano, l'unico nome che oggi riusciva a garantire le rendite finanziarie contro il popolo italiano.




La decisione era urgente, bisognava evitare che il popolo vedesse che era facile trovare un nome che rappresentasse l'unità della nazione secondo il dettato costituzionale (esempi Rodotà e Zagrebelsky) e forzare ad un risultato che difendesse la casta. Il risultato è stato un plebiscito, e dal punto di vista scacchistico si configura come un arrocco, potente mossa che è contemporaneamente di attacco e difesa, e scompagina la situazione.


Sotto altri aspetti il risultato è da film dell'orrore, rappresentabile con film di King o Romero ("a volte ritornano" oppure "la notte dei morti viventi").




Le istanze di rinnovamento hanno perso, ma quel coacervo di interessi che si concentra intorno agli strozzini di Goldman Sachs e a quel consorzio di banche comunemente chiamato Europa, è adesso in seria difficoltà.



Grillo è riuscito a colpire la strategia del nemico e le sue alleanze. Sun Tsu insegna che adesso sono da abbattere le fortezze. Si può fare.

La strategia della casta era basata sull'inciucio sempre presente ma non visibile, su due partiti sostanzialmente alleati e formalmente nemici. Oggi sono costretti ad apparire per quello che sono, come alleati. Sono nudi.

E il re nudo è molto vulnerabile.


Il popolo ancora una volta ha perso e le sue richieste di giustizia sono state ancora una volta negate.

Vale la pena di ricordare Henning Mankell:

Il concetto di giustizia non significa solo che le persone che commettono reati vengano condannate. Significa anche non arrendersi mai. (Assassino senza volto, Marsilio 2001, p. 357)


Non ci arrenderemo mai.

Anzi...

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