giovedì 18 ottobre 2007

Della censura e altri demoni

26 marzo 2004

L'effetto collaterale più importante della manifestazione del 20 marzo è stato l'emergere, in tutta la sua brutalità, della censura dei mass media verso il movimento.

Una manifestazione di milioni di persone è stata annullata dai media, tutti dediti a riportare le dichiarazioni, le controdichiarazioni, le ripicche, dei vari burocrati di partito riguardo alle contestazioni a Fassino.

La vitalità, la voglia di pace, la moltitudine di colori e idee e passioni sono state opportunamente cancellate. L'enorme creatività dei movimenti, i cartelli con tanti punti di vista, i pacifisti islamici e quelli americani, gli spagnoli che si erano uniti al corteo, i cittadini rispettosi della Costituzione, i liberi pensatori, gli sballati, tutti quelli che gioivano nel marciare insieme sotto tante diverse bandiere variopinte, tutti cancellati.

Perché l'Italia è un paese in guerra, una guerra dei ricchi contro i poveri, e nelle cosiddette "missioni di pace" viene applicato il Codice penale militare di guerra.
In questa situazione i giornalisti non hanno bisogno che si ricordi loro cosa devono fare. Chi è riuscito a fare carriera sa bene cosa vuole il potere: sminuire la manifestazione, esaltare le divisioni, evitare le immagini delle folle, concentrarsi sugli atti di violenza, riportare subito tutto agli organi partitici, agli uomini di apparato, che avranno modo di sterilizzare il dissenso e cloroformizzare le masse.

Mai dire che la manifestazione voleva il ritiro immediato delle truppe dall'Iraq. Mai dire che la stessa cosa imporrebbe sia una lettura superficiale che una lettura ragionata della nostra Costituzione.

Ma i milioni di persone che erano in piazza cosa penseranno del fatto di essere stati cancellati? Si renderanno conto che la censura del regime è capace di annullare anche eventi clamorosi?
Avranno capito che oggi, in Italia, i media sono totalmente inaffidabili?
Cosa racconteranno agli amici, ai conoscenti, ai familiari?

Un'ultima nota sul potere: "Un grande potere implica una grande responsabilità".
Perché si continua a parlare di provocatori nella manifestazione, come se si volesse un capro espiatorio?
Il segretario di quello che dovrebbe essere il più grande partito della sinistra italiana sa bene di avere un potere superiore a quello di quattro scalmanati, quindi dovrebbe pure sapere di chi è la colpa se i media di regime hanno avuto l'occasione che cercavano. Dovrebbe pur sapere cosa farebbe uno che appoggia il movimento pacifista.
Sempre se fosse veramente dalla loro parte.

Truman Burbank

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