giovedì 18 ottobre 2007

I bei tempi andati del giornalismo

22/7/2004

Nei bei tempi andati il mestiere del giornalista era semplicemente uccidere la verità. Bastava nascondere i fatti importanti, evidenziare ciò che non era rilevante, introdurre qualche piccola bugia funzionale al potere ed il lavoro era fatto.

Adesso è tutto molto più complesso. Un giornalista è oggi un lavoratore dipendente nella catena di montaggio delle notizie, in cui si esegue una procedura complessa per elaborare un prodotto industriale destinato ad essere consumato da parte delle masse (dico masse ma mi viene in mente un branco di buoi o di pecore).

La prima operazione da fare è sterilizzare la notizia, in modo da levare tutto il nutrimento, un po' come si fa con il latte a lunghissima conservazione, che dopo una lunga bollitura perde tutto il suo sapore e tutte le vitamine.

Poi la notizia va rielaborata in modo da renderla appetibile, vanno trovati elementi che mettano paura (in questo caso la notizia si mette in apertura), o elementi curiosi, o umani, che ci facciano sentire più saggi e più buoni (questo per le notizie di chiusura). Un po' di tette e culi fanno sempre bene.

In ogni caso l'informazione deve essere rielaborata ed additivata in modo da attirare l'attenzione, essere gradevole e non creare alcun fastidio ai poteri forti di vario genere.
Ecco, l'informazione è diventanta intrattenimento, in Inglese infotainment (information + entertainment).

Ma questo è ancora poco. L'informazione deve anche stimolare i consumi, spingere la gente ad uscire di casa, prendere la macchina ed andare nei centri commerciali per comprare robe inutili, tipo l'ultimo gadget tecnologico. Fondamentale è stimolare il mito che tutto ciò che è nuovo è meglio del vecchio. Questa è una fase in cui bisogna narcotizzare l'utente, spingerlo a fare cose irrazionali. Un buon corso di anestesiologia è molto utile per fare buon giornalismo oggi.
Qui ormai all'information + entertainment si è aggiunto l'advertisement (la pubblicità).

A questo punto il pastone per il bestiame sarebbe pronto, ma il bravo giornalista fa ancora di più.

Gli equilibri tra i vari poteri sono dinamici e spesso bisogna fare in modo da accontentare non solo il padrone di oggi, ma anche quelli di domani. Allora la linea (o meglio la sequenza di rielaborazione delle notizie) deve essere organizzata in modo da far contenti anche quelli che politicamente sono all'opposizione e deve gradualmente spostarsi al muoversi degli equilibri.
Ecco perchè alcune trasmissioni televisive dedicate al grande pubblico ridiventano interessanti, non per quello che dicono, ma per come lo dicono. Il grande anchor man, per chi sa leggere i media, diventa un barometro delle tendenze politiche.

Come nella vecchia URSS si poteva capire qualcosa dalla Pravda o dalla Izvestia anche se le notizie erano totalmente false, oggi in occidente chi non crede ai media ufficiali può comunque ricavarne informazioni interessanti, leggendo i segni nascosti.

Truman

Nessun commento: