giovedì 18 ottobre 2007

La dialettica politica ed il pensiero unico

5 marzo 2004

Quando il pensiero politico diventa unico tutte le prospettive di lungo periodo (le strategie) diventano uguali. (Le grandiose sorti progressive del capitalismo liberale).

Allora la lotta politica diventa una lotta tattica, dove le azioni vengono prese in base a situazioni contingenti, non in base ad un'ideologia. Allora ogni azione dell'avversario politico potrebbe essere presa anche dalla controparte.

Ecco che quando la maggioranza prende una decisione, anche molto discutibile, l'opposizione valuta comunque la possibilità di appoggiare tale decisione, esplicitamente (voto favorevole) o implicitamente (astensione tattica).

Solo chi ha un'ideologia, una missione politica, un sogno o qualcosa di analogo (una strategia) può ragionare senza considerazioni tattiche. Ecco allora che i cattolici diventano, sul tema della guerra, più intransigenti della sinistra. Ecco che i cattolici provano ancora a pilotare (orientare) le masse, invece di fare sondaggi per capire cosa vuole la popolazione e basare le proprie tattiche sui risultati dei sondaggi.

Detto in altri termini: chi ha una strategia si può permettere di fare opposizione totale, anche quando la maggioranza riprende le (vecchie) proposte dell'opposizione (es. lodo Maccanico / Schifani). Perché chi ha una strategia vede i singoli punti nell'ottica della strategia e non ha interesse a raggiungerli separatamente, senza che puntino ad un disegno globale. Chi non ha strategia fa il punto ogni giorno, guarda in continuazione la bussola e, per quanto possa mostrare sicurezza, dà sempre la sensazione di uno che si è smarrito.


Truman Burbank

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