venerdì 19 ottobre 2007

Il ritorno del pensiero magico

11 ottobre 2004
di Truman Burbank

La presenza del pensiero magico in modo predominante nella vita mentale infantile e la sua persistenza in età adulta è giustificata da tre principali funzioni, parzialmente sovrapponibili (Bonino S., 1994):

FUNZIONI DEL PENSIERO MAGICO

Funzione difensiva, fondata sulla convinzione, che tale pensiero alimenta, di poter controllare la realtà; tale funzione è fondamentale in età evolutiva per affrontare situazioni che provocano angoscia o insicurezza. Essa è anche la ragione per cui in situazioni problematiche alcuni adulti regrediscono, facendo ricorso a questa forma di pensiero pur di non accettare ed affrontare la realtà.

Funzione propiziatoria, fondata sulla convinzione che ci siano forze che regolano gli eventi, che viene assolta in tutte quelle condizioni in cui si agisce in considerazione di tali potenze.

Funzione conoscitiva, per cui il pensiero magico riempie i vuoti delle altre forme di pensiero e rivela ciò che non può essere conosciuto secondo la logica.

Giorni di angoscia, quelli attuali, angoscia di non poter più vedere il futuro.

Le ideologie sono cadute, ma, contrariamente ai proclami di alcuni guru (forse un po’ interessati nelle loro deduzioni), la storia non è finita, anzi avanza furiosa in una direzione non ben individuabile.

Quando il futuro diventa oscuro, il pensiero magico avanza, e la forma che prende è sempre quella più adeguata ai tempi. Se nell’antica Grecia si vedevano mostri e demoni, dei e semidei, e nel Medioevo apparivano madonne, oggi il pensiero magico deve prendere una forma adeguata al nuovo immaginario collettivo.

Non parlo del pensiero magico che si manifesta in casi isolati, parlo del nuovo pensiero magico come si manifesta diffusamente.

Due sono i temi preponderanti nel nuovo immaginario: l’immagine televisiva ed il dio denaro. Non è sorprendente che il nuovo pensiero magico faccia riferimento ad essi, visto che permeano la vita quotidiana con i loro simbolismi.

In passato, per sopravvivere alla durezza del vivere quotidiano, si faceva riferimento ad ideologie di varia provenienza: molti basavano la loro vita sulla solidarietà (di origini cristiane o comuniste), per altri era il duro lavoro continuato e l’impegno costante a fornire risultati, per altri ancora lo studio era uno strumento di elevazione sociale. I cinici si basavano sulla cruda analisi della realtà per controllare il futuro. Nessuno di questi oggi si sente rassicurato.

E il pensiero magico lo ritroviamo nei botteghini del totocalcio, con l’aspirazione di una grande vincita che dia un risoluto colpo in avanti alla propria vita, ma ancor di più lo ritroviamo in quelle trasmissioni TV dove i concorrenti tirano ad indovinare per aprire una scatola o l’altra, sudando mentre i familiari li guardano, con la speranza di risolvere la propria vita nell’atto di aprire una scatola.
E le trasmissioni hanno un successo sorprendente, diventano un modello di vita. Appena qualcuno ha problemi economici gli amici, i familiari, gli dicono “Devi andare in TV, devi partecipare a quella trasmissione, se vinci abbiamo risolto”.

Commento di un amico:
“Trovare la felicità in un oggetto vuoto, ha qualche remota e degradata somiglianza con le medievali ‘quest’ del Graal.
Solo che il possesso dell’ oggetto non fornisce alcuna elevazione o alcun nutrimento spirituale, ma semplicemente beni tangibili.”

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